
Il Castello Cupane
Il castello di Acquedolci, è situato nella parte orientale dell'attuale centro abitato e fu fondato nella metà del XVIII secolo. Il maniero, detto anche castello del barone Cupane, oggi è in stato di rudere e i resti del fabbricato rimangono isolati rispetto all'edificato urbano.
Di questo edificio, originariamente residenza baronale, è leggibile un'organizzazione su due livelli con depositi al piano terreno, direttamente accessibili dalla corte, ed ambienti passanti ai livelli superiori.
La torre di guardia è in posizione isolata rispetto alla residenza baronale; in seguito la parte sommitale della torre ha subito un grave collasso e successivamente le strutture superstiti pericolanti sono state parzialmente demolite. A causa dei vari crolli non è possibile descrivere l'organizzazione degli spazi interni.
Il complesso settecentesco è rettangolare, con schema iconografico a corte con due torrette a pianta circolare dislocate nelle estremità del fronte settentrionale.
La tecnica muraria è ad opera incerta in pietra rozzamente sbozzata e incocciata con laterizi e malta, lasciata a vista.

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La Chiesa
La Grotta di San Teodoro
La grotta di San Teodoro è situata sulla parte rocciosa del pizzo Castellaro, a sud-est del centro abitato di Acquedolci (ME). La grotta conserva una documentazione molto ricca e molto importante della storia della Sicilia in termini di popolamenti di animali (elefante nano, iena, cervo, cinghiale, orso, asino) e di resti dell'uomo preistorico. Fu abitata dall'uomo all'incirca tra i 12.000 e gli 8.000 anni a.C. La singolarità e l'importanza della grotta è data dal ritrovamento delle prime sepolture paleolitiche siciliane: sono cinque crani e due scheletri eccezionalmente completi. Il rituale delle sepolture consisteva nella deposizione del defunto in una fossa poco profonda in posizione supina oppure sul fianco sinistro, circondato da ossa animali, ciottoletti ed ornamenti composti da collane fatte con denti di cervo. La testimonianza più importante è data dal ritrovamento dei resti fossili di una donna di circa 30 anni, alta 164 cm alla quale è stato attribuito il nome di Thea (dal latino Theodora) per collegarlo a quello della grotta.
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Costruita a metà degli anni '20 , è stata aperta al culto nel 1929 e dedicata alla B.V Maria nel 1931 da monsignor Antonio Anastasio Rossi vescovo di Patti. La chiesa di Acquedolci era stata concepita come la nuova chiesa madre di san Fratello, all'indomani della disastrosa frana del 1922 ed era perciò la nuova chiesa di santa Maria Assunta in Acquedolci. Negli anni, è stata identificata come chiesa di san Benedetto il Moro. Il complesso è stato progettato da Giovanni Giordano in stile neoclassico; la facciata, rivolta a nord,domina la grande Piazza Duomo e presenta due ordini di colonne: (ordine ionico e ordine corinzio) sormontati dal timpano. La struttura è monumentale e la grande Piazza Duomo ne esalta la maestosità. La chiesa madre di questo paese vanta il più alto Campanile della diocesi di Patti (41 metri) con una cuspide in rame ed è dotata di orologio e parafulmine e rappresenta uno dei simboli del paese. L'interno dell'edificio sacro è a tre navate: nella navata centrale i pilastri con capitelli corinzi, sorreggono una cornice impreziosita da un susseguirsi di bassorilievi in gesso con motivi floreali. L' abside è affrescato con la Madonna delle Grazie che appare a san Benedetto il Moro patrono del paese. Le navate laterali sono sormontate da un susseguirsi di volte a crociera. Le 12 vetrate della navata centrale e la finestra del prospetto sono istoriate e raffigurano gli Apostoli e l'Assunta.
